Babywearing , l’arte del portare

Si chiama babywearing, il suo significato tradotto sta per “indossare il bimbo” ed è una pratica diffusa e conosciuta come l’arte del portare.

Quante volte vi siete sentite dire “non tenerlo sempre in braccio, poi si abitua!”? Una frase ricorrente che molte persone rivolgono alle neomamme per scongiurare il rischio di viziare il cucciolo d’uomo come se fosse qualcosa di innaturale.

La verità è un’altra: molte madri amano avere il proprio bimbo tra le braccia e coccolarlo, facendolo sentire al sicuro e cercando di riprodurre quello status di sicurezza proprio del grembo materno, ma desiderano anche avere le mani libere.

Il babywearing permette di avere con sé, sempre addosso, il proprio cucciolo, senza affaticare la mamma, ma anche il papà, così anche da poter fare due cose contemporaneamente: coccolare il piccolo e sbrigare le incombenze quotidiane.

Ogni neonato ha bisogno di calorenutrimentoaffetto e soprattutto contatto. In fondo per 9 mesi ha vissuto al caldo e coccolato nella pancia della propria mamma, ascoltando dall’interno la sua voce e ballando dolcemente a ogni suo movimento. Quando nasce non chiede altro che questo: contatto.

Con il babywearing ottiene proprio ciò di cui ha bisogno: una risposta immediata a tutto ciò che desidera.

Che cosa significa accudire il bambino ad alto contatto

Tutti i bambini nascono con un’insaziabile voglia di coccole. Le chiedono di continuo, hanno bisogno di sentire l’odore della mamma, di addormentarsi sulla sua spalla. La loro non è una richiesta dettata dal vizio; semplicemente un bisogno fisiologico che li calma e li aiuta a controllare le loro emozioni di neonati. Possono farsi capire solo con il pianto ed è grazie a esso che riescono a manifestare il loro bisogno primario di contatto.

La scelta più semplice per accudire un bambino ad alto contatto è proprio quella di assecondare i suoi bisogni mettendosi in ascolto. Tutti i bambini esplicitano ogni giorno – in maniera diversa – i loro bisogni che nascono da un desiderio di affetto che conosce una sola cura: la stretta vicinanza con mamma e papà.
Perché non assecondare questo bisogno? C’è ancora troppa disinformazione su questo tema, concezioni antiche, legate ai pensieri del passato che arrivano da nonne e parenti, spingendo i genitori a pensare che accudire un bambino ad alto contatto significhi renderlo dipendente dalla mamma, insicuro e fragile. Eppure non è così. Crescere un bambino in questo modo è prima di tutto un gesto d’amore e il babywearing aiuta a portare avanti questa scelta educativa in maniera naturale.

Portarlo addosso grazie a un marsupio ergonomico o una fascia porta bebè aiuta a sentirsi corpo a corpo con il bambino, avvicinarlo a sé per rendere mamma e figlio un’unica entità (il cosiddetto bonding) è una scelta che stimola la crescita sana e ha effetti positivi sullo sviluppo fisico del piccolo. Favorisce una posizione corretta della colonna vertebrale, combatte le coliche neonatali e previene la displasia dell’anca. Insomma, ha benefici sull’umore ma anche sulla crescita fisica.

Quindi chi sono le mamme ad alto contatto? Sono le madri come te, che non hanno paura di mostrare le loro emozioni e vivono la comunicazione pelle a pelle come qualcosa di speciale, da condividere e sperimentare insieme al proprio figlio. Sono madri che vivono la maternità con serenità e la trasmettono al piccolo con cui trascorrono ogni momento della giornata, per aiutarlo ad approcciarsi alla vita con più sicurezza e gioia.

Diversi tipi di supporti:

  • Fascia porta bebè elastica

Lunga circa 5 metri e in maglina di cotone o bamboo. Una volta indossata, la fascia porta bebè elastica è come una sorta di t-shirt da allargare per inserire o tirare fuori il proprio bambino senza necessità di dover legare o slegare ogni volta. Ideale per i bimbi prematuri e, in generale, per il neonato, ha il limite di risultare cedevole nel momento in cui il bambino raggiunge i 7-8 Kg di peso (se il tessuto è jersey singolo anche qualche chilo in meno). Può essere utilizzata esclusivamente per portare davanti con legatura a triplo sostegno, ossia tre strati di tessuto che avvolgono il piccolo.

  • Fascia porta bebè rigida

Anche detta “fascia porta bebè lunga tessuta”, viene lavorata al telaio con trama particolare, che conferisce al prodotto un’ottima stabilità ma anche elasticità. Per iniziare, meglio se 100% in cotone, anche se in commercio esistono diverse combinazioni di tessuto (lino, seta, canapa, lana eccetera). Sebbene alcuni tessuti siano più adatti per la stagione calda, non esiste una vera e propria fascia porta bebè estiva. Ricordiamo, a tal proposito, che il corpo della mamma funge da termoregolatore per il bambino in tutte le stagioni. Questo processo si svolge meglio se tra i due corpi vi sono pochi strati di tessuto (l’ideale sarebbe pelle a pelle), per cui il suggerimento per l’estate è quello di indossare abiti leggeri per uscire e meno abiti possibili in casa.

Il termine “rigida” può intimorire, ma in realtà viene utilizzato per distinguere questa tipologia di fascia porta bebè da quella elastica. Ha  una lunghezza variabile, che dipende sia dalla taglia di chi porta sia dal tipo di legatura che si sceglie di fare, con uno standard di circa 5 metri (adatto al portatore di corporatura media). Questa fascia porta bebè permette di tenere davanti, sul fianco e sulla schiena il bambino sin dalla nascita, con legature mono o pluri strato in base alle proprie preferenze.

  • Fascia porta bebè corta
  • Fascia porta bebè corta ad anelli
  • Fascia porta bebè tubolare
  • Supporti strutturati: i marsupi Sono i supporti più “occidentali”, quelli che più facilmente si trovano in commercio. Purtroppo però la quasi totalità dei marsupi che si vedono nei negozi per l’infanzia non sono sufficientemente ergonomici: eccessivamente rigidi e privi di un buon sostegno per collo e testa; non permettono la regolazione laterale o in altezza; i bambini risultano “appesi”, gravando perciò tutto il peso sulla zona genitale; la parte che accoglie il sederino ha spesso una larghezza insufficiente (inferiore ai 18-20 cm) e risulta o troppo morbida o troppo rigida, non garantendo la corretta posizione divaricata-seduta. In alcuni casi, inoltre, l’articolazione tra femore e bacino viene costretta a un’angolatura troppo aperta, con risultati dannosi sullo sviluppo fisiologico delle anche. Il suo utilizzo è consigliabile a partire dai 4 mesi di età circa, o comunque da quando il bambino divarica autonomamente bene le gambe, in modo tale che il pannello vada dall’incavo di un ginocchio all’altro. Per la sua maneggevolezza risulta essere il supporto preferito dai più pratici: di facile impiego, può essere utilizzato per portare davanti o dietro per tutta la durata del percorso. Rispetto agli altri supporti, che hanno una “vestibilità” pressoché perfetta, questo necessita di una prova prima dell’acquisto, quasi come fosse un capo d’abbigliamento!
  • Supporti semi-strutturati Il Mei Tai offre un compromesso tra il contenimento della fascia e la praticità del marsupio; sebbene sembri più semplice da legare rispetto alla fascia lunga, in realtà è necessaria una buona confidenza con il tessuto affinché le legature vengano fatte nella maniera corretta. È un pannello rettangolare di stoffa della larghezza di circa 50 cm, con quattro angoli da cui partono altrettante bretelle, con le quali viene fissato il supporto sul ventre e sulle spalle di chi porta. Rispetto al supporto originale asiatico, quello arrivato a noi occidentali presenta delle bretelle più larghe, che sostengono meglio il bambino e risultano più confortevoli per chi porta. Esistono inoltre alcuni Mei Tai con pannello regolabile, che consente l’utilizzo di questo supporto già nei primi mesi, dal momento che non divarica eccessivamente le gambe del piccolo. Se ne consiglia l’uso a partire dai 3 mesi circa, o comunque sempre da quando il bambino riesce a reggere il capo.
  • Quando ci si accinge a comprare fasce o marsupi porta bebè meglio considerare alcuni aspetti:
  • L’età Appena nati, la fascia elastica può risultare il prodotto più indicato perché avvolge totalmente il piccolino nel grembo della mamma, dandogli la possibilità di sentire il calore e la protezione che necessita. Il passaggio dall’utero al mondo è un vero e proprio trauma per il neonato, che si trova sbalzato in un ambiente totalmente sconosciuto, pieno di confusione. La fascia, quindi, può diventare un rifugio sicuro in cui il piccolo si sente protetto, immerso nel corpo della sua mamma. La fascia, inoltre, è consigliata per i nati prematuri, che hanno bisogno di tutto il calore possibile per superare i primissimi mesi di vita. Il contenimento fornito dai marsupi invece non  è insufficiente per un neonato. Da una parte, il marsupio non consente infatti di contenere i piedini, cosa che in genere viene consigliata per i primi 3 mesi di vita circa. Inoltre, il pannello dei marsupi non offre contenzione laterale, come invece accade per i supporti non strutturati.
  • Il peso La fascia elastica permette di portare bambini dalla nascita fino ai 9 kg circa, mentre il marsupio può arrivare a portare anche 20-22 kg. Il marsupio, invece, ha meno probabilità di cedere ed essendo ben strutturato supporta bene anche i bimbi più grandi, garantendo sempre l’ergonomia ideale. Una volta, però, che il piccolo è diventato più pesante (dai 15 kg circa), è consigliato passare a dei marsupi cosidetti “toddler” o “preschooler” in quanto hanno uno schienale più alto e uno spazio maggiore per portare i bambini fino a 5/6 anni.

Se si hanno dubbi o si vogliono affinare le tecniche per le legature di un bambino in fascia esistono molti Tutorial su Youtube oppure ancora meglio le Consulenti del portare. Personalmente mi sono rivolta ad una di loro per imparare ad utilizzare la fascia rigida, un po' piu' complicata rispetto all'elastica. Con la mia piccola ho usato i primissimi mesi un'elastica morbidissima, dopo i primi 4 mesi però ho dovuto cambiare perchè cedeva troppo. Anche perchè la mia bimba era davvero molto grande e pesante. Sono passata poi ad una rigida Didymos Aurora (colori incantevoli) e successivamente o alternando un marsupio Tula (stra comodo). Per il mio bimbo piu' grande ho acquistato anche un marsupio Preschooler della Buzzidil. Comodissimo per un bambino già anche bello alto che pesa quasi 20 kg. In ogni caso lo faccio portare al papà sulla schiena, io non sono piu' riuscita dopo i 15 kg. Se dovete portare i vostri cuccioli durante l’inverno e siete particolarmente freddolose potete acquistare una giacca fatta apposta per questo scopo. Ha una specie di prolunga sulla pancia. Io l’ho acquistata sul sito Bonprix. Calda, comoda e pratica.

Kangatraining

Il kangatraining è una ginnastica che viene svolta con il proprio bambino nel marsupio ergonomico o nella fascia. Io l’ho provata con i miei bimbi e devo dire che è stato davvero divertente per me e per loro. Un’occasione anche per conoscere altre mamme e bimbi, per fare attività sportiva, divertirsi ma tutto a contatto con il proprio cucciolo.

Il corso è strutturato a fasi alternate: aerobiche con movimenti mirati ad un allenamento del sistema cardio-circolatorio e anaerobiche con tonificazione muscolare grazie agli esercizi dedicati al recupero del pavimento pelvico indebolito, dalla gravidanza prima e dal parto dopo, alla fascia addominale e a tutti gli altri muscoli annessi.

E’ previsto un momento di riscaldamento iniziale e uno di stretching finale per defaticare e rilassare i gruppi muscolari coinvolti nell’allenamento.

Durante la sessione l’istruttrice fornisce inoltre dei contenuti teorici per il miglioramento posturale e consigli su come non sovraccaricare la colonna vertebrale tenendo conto delle condizioni generali della mamma

Kangatraing Italia (kangatraining.it)

Fonti e approfondimenti utili:

Fascia porta bebè e altri supporti: come scegliere? | UPPA.it

Portare i bambini nella fascia o nel marsupio? I consigli per scegliere il prodotto che fa per te (portabimbi.it)

Babywearing: cos’è? Pro e contro del ‘portare’ | GravidanzaOnLine

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